Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri prosegue la sua intensa azione a difesa della corretta applicazione dell’equo compenso, in particolare è stato recentemente elaborato un approfondimento del suo Centro Studi che affronta il rapporto tra la disciplina dell’equo compenso e gli affidamenti dei servizi di ingegneria e architettura, alla luce della più recente giurisprudenza amministrativa.
Il documento del Centro Studi CNI, in particolare, analizza le sentenze del TAR Salerno e del TAR Calabria, che da più parti sono state richiamate per escludere l’applicabilità dell’equo compenso. Al netto di visioni non allineate della Giustizia Amministrativa, emerge senza dubbio una prevalenza di orientamenti giurisprudenziali che riconoscono l’obbligo di rispettare l’equo compenso fin dalla fase iniziale della procedura di affidamento, come confermato dal TAR Veneto, TAR Lazio, TAR Sicilia e TAR Bolzano in due pronunce. Questi tribunali affermano che la legge n. 49/2023, che ha introdotto il principio dell’equo compenso, ha una natura imperativa, il che implica che il rispetto dei parametri ministeriali per la determinazione del compenso dei professionisti è obbligatorio e non derogabile.
Per maggiori informazioni si consulti il comunicato stampa e la nota CNI allegati.