Si riporta una interessante sentenza di Cassazione tratta da Olympus (Osservatorio per il monitoraggio permanente della legislazione e giurisprudenza sulla sicurezza del lavoro), ove, in estrema sintesi, a fronte di una ben specifica valutazione dei rischi ove si prevedeva che il lavoratore usasse paletta e secchiello (in dotazione) per raccogliere i vetri, mentre invece non ne faceva uso.
Tale comportamento causava al lavoratore ferite alla mano. Verificato che la condotta imprudente del lavoratore non era una prassi consolidata (e quindi il datore di lavoro non poteva intervenire) sotto le suddette premesse il datore di lavoro è stato assolto.
La sentenza, discussa nell’ultima riunione della Commissione Sicurezza di giugno 2021 dell’Ordine degli Ingegneri di Udine evidenzia come la Giurisprudenza stia iniziando a “premiare” i Datori di lavoro che effettuano approfondite Valutazioni dei rischi, ed investono in formazione e misure di sicurezza per la riduzione dei rischi alla fonte, e nel contempo a riconoscere la rilevanza del nesso di causalità in relazione all’accaduto, a prescindere da una aprioristica posizione di garanzia. Nel fatto di specie, è opportuno sottolineare che il nesso di causalità è ascrivibile esclusivamente ad una violazione del lavoratore in relazione alle disposizioni aziendali ricevute, che ricordiamo, pur essendo i destinatari della tutela prevista dalla legge, non possono non farsi parte attiva nel sistema sicurezza aziendale, per come previsto dall’art.20 del Decreto Legislativo 81/2008.
Allegato: Cassazione Penale 31 03 2021.pdf